Il Reame ai Confini del Mondo

" ROSASPINA ", GRIMM 50***

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mab66
view post Posted on 26/12/2009, 01:09






Grimm 50
Classificazione: Aa Th 410 "Sleeping Beauty"



C’era una volta un re e una regina che non facevano che dire: “ Ah, se avessimo un figlio!". Ma il figlio non veniva mai.
Ed ecco che un giorno, mentre la regina faceva il bagno, una rana saltò fuori dall'acqua e disse:" Il tuo desiderio sarà esaudito: non passerà un anno che metterai al mondo una bambina ”. La rana aveva detto il vero, la regina partorì una bimba ed era una bimba così bella che il re non stava in sé dalla gioia. Dette una gran festa e non invitò solo parenti, conoscenti ed amici ma, perché fossero benevole e propizie alla neonata, anche le fate. Ce n'erano tredici nel suo regno; di piatti d’oro in cui farle mangiare ne aveva però solo dodici; così una di loro dovette stare a casa.
La festa fu splendida, e quando stava per finire le fate fecero i loro doni alla bimba. La prima le donò virtù, la seconda bellezza, la terza ricchezza, e così via con tutto ciò che si può desiderare a questo mondo. Già undici fate avevano pronunciato le loro parole magiche, quando entrò all'improvviso la tredicesima. Voleva vendicarsi per non essere stata invitata, e senza salutare né guardare in faccia nessuno, gridò a gran voce:
“ Quando la principessa compirà quindici anni si pungerà ad un fuso e cadrà a terra morta”. Poi, senza più aggiungere parola, si girò ed abbandonò la sala.
Tra gli invitati spaventati si fece allora avanti la dodicesima. Era la fata che non aveva ancora espresso il suo augurio; il potere di scongiurare il malaugurio non lo possedeva, ma le era consentito mitigarlo, così disse:
" Però non sarà vera morte, solo un sonno profondo che durerà cent’anni in cui cadrà la principessa.”
Il re, che avrebbe voluto sottrarre l'amata figlia alla mala sorte, ordinò che si bruciassero tutti i fusi del regno. Nella fanciulla intanto si compivano tutti i voti delle fate: era così bella, modesta, amorevole, assennata, che chi la vedeva le voleva subito bene.
Ma ecco, accadde che il giorno del suo quindicesimo compleanno il re e la regina non fossero in casa e che la fanciulla, tutta sola nel castello, si mettesse a girare per stanze e camere. Gira e rigira, a forza di girare capitò in una vecchia torre, salì una stretta scala a chiocciola e arrivò a una porticina. Nella serratura era infilata una chiave arrugginita, la fanciulla la mosse e la porticina si spalancò: una vecchia col fuso filava alacremente il suo lino.
“ Buondì, nonnetta - disse la principessa - che cosa fai ? "
“ Filo ." disse la vecchia e confermò col capo.
“ Che cos’è quest'aggeggio che si avvoltola in modo così buffo?" chiese la fanciulla e fece per mettersi a filare, ma appena ebbe toccato il fuso il detto magico si avverò: si punse un dito.
Avvertì la puntura e in quello stesso istante cadde sul letto in un sonno profondo. Ed ecco, il sonno si propagò a tutto il castello: si addormentarono il re e la regina che erano tornati proprio in quel momento e tutta la corte entrata in sala con loro; si addormentarono i cavalli nella stalla, i cani nel cortile, i piccioni sul tetto, le mosche sulle pareti e sì, persino il fuoco che smise di fiammeggiare nel focolare e restò immobile. Anche l’arrosto smise di sfrigolare, e il cuoco che aveva preso per i capelli lo sguattero per una mancanza lo lasciò andare e si mise a dormire. Il vento non soffiò più e sugli alberi accanto al castello non si mosse più una foglia.





Tutt'intorno al castello prese a crescere una siepe di spini che ogni anno diventava più alta e che finì per avvolgerlo e sovrastarlo sicché il castello non si vedeva più, non si vedeva nemmeno più la bandiera sul tetto. Ma nel paese si sparse la leggenda di Rosaspina, questo era il nome della bella addormentata, e ogni tanto arrivava un principe che cercava di attraversare la siepe per entrare nel castello. Ma nessuno ci riusciva: i rovi li stringevano in una morsa come se avessero avuto le mani; quei giovani vi rimanevano impigliati, non se ne potevano più districare e facevano una misera morte.
Passarono anni e anni, e nella regione arrivò un altro principe; sentì raccontare da un vecchio che sotto il roveto c'era un castello e nel castello una principessa meravigliosa, la principessa si chiamava Rosaspina, dormiva lì da cent'anni, e con lei dormivano il re, la regina e tutta la corte. Anche suo nonno gli aveva parlato dei principi che avevano tentato di passare attraverso il roveto ma ci erano rimasti impigliati morendo miseramente, ma il giovane disse: “ Io non ho paura, tenterò l'impresa e vedrò la bella Rosaspina ”. Il buon vecchio tentò in tutti i modi di dissuaderlo, ma alle sue parole non fu dato ascolto.



Ed ecco, erano trascorsi per l'appunto cent’anni: il giorno in cui Rosaspina doveva destarsi era venuto. Così, quando il principe si avvicinò al roveto trovò solo tanti bellissimi fiori che si districavano spontaneamente, lo lasciavano passare senza fargli alcun male e ricomponevano la siepe dopo il suo passaggio. Nel cortile del castello vide i cavalli e i cani da caccia pezzati dormire sdraiati, sul tetto i colombi con la testa nell'ala, poi entrò in casa e le mosche dormivano sulle pareti, in cucina il cuoco teneva ancora stesa la mano per acchiappare lo sguattero e la serva sedeva col galletto nero davanti pronta a spennarlo. Andò avanti e nella sala vide dormire tutta la corte col re e la regina sdraiati vicino al trono. Continuò ad andare avanti e dappertutto c'era un tale silenzio che udiva il suo stesso respiro, ma infine arrivò alla torre e aprì la porta della camerina. Rosaspina dormiva sdraiata lì ed era così bella che il principe non poteva distaccarne lo sguardo, si chinò e la baciò.



Toccata dal bacio, Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e guardò amorevolmente il principe. Allora scesero insieme, si svegliò la regina, si svegliò il re, tutta la corte si svegliò, e ciascuno sgranava stupefatto gli occhi sull'altro. Nel cortile i cavalli si rizzarono scrollandosi e i cani da caccia presero a saltare e scodinzolare; sul tetto i piccioni tolsero la testa da sotto l’ala, si guardarono intorno e volarono sui campi; sulle pareti le mosche ripresero la loro processione; in cucina il fuoco si ravvivò, fiammeggiò e cosse il pranzo, l’arrosto sfrigolò, il cuoco mollò allo sguattero un tale ceffone che quello cacciò un urlo, la serva finì di spennare il galletto. Allora si celebrarono con gran pompa le nozze del principe con Rosaspina e tutti e due vissero felici e contenti fino alla fine.


Postato anche nel Blog , illustrato da EDWARD BURNE JONES.
L'Originale in Tedesco è nella pagina "Testi in Lingua Originale" , sempre nel blog.

Vedi: Sole, Luna e Talia, la Madre di tutte le Belle Addormentate, dal Pentamerone di G.B. Basile.

Edited by mab66 - 1/5/2015, 14:12
 
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